lunedì 3 gennaio 2011

CIBO, SESSO E PENETRAZIONI: TUTTO IL GROTTESCO DI MCCARTHY


Paul McCarthy nasce a Salt Lake City in Utah 65 anni fa ed è un artista cult della scena californiana, sconosciuto a molti in Italia. Nel suo caso potremmo dire, rendendolo orgoglioso, 65 anni buttati nel cesso. Il cesso per McCarthy è quello che per Michelangelo era la Cappella Sistina. Ci scusiamo per il linguaggio ma tenerlo sotto controllo parlando di un artista come questo sarebbe politicamente scorretto. Capirete perchè.

In confronto a questo gigantesco profeta della scatologia uterana la scatoletta di merda d'artista di Piero Manzoni è come uno starnuto rispetto ad un terremoto. La Cappella Sistina di McCarthy si chiama Pig Island. 100 metri quadrati che rappresentano un'apocalisse politica, nazional popolare, disneyana e hollywoodiana senza precedenti.

Un'antologia surreale dei temi che hanno animato tutta la carriera dell'artista. L'installazione è un luna park carnevalesco in cui gli uomini si comportano come maiali: un'isola del tesoro alla rovescia, dove pirati dei Caraibi ed eroine sono coinvolti in una grande orgia, un nuovo
naufragio della speranza, una Zattera della Medusa in cui i protagonisti possono finalmente liberarsi delle loro inibizioni e manifestare la loro natura troppo umana.

Umiliare le icone popolari, sfigurarle con l'obiettivo di mettere in imbarazzo i genitori davanti ai propri figli mentre osservano insieme i suoi babbo natale serial killer e Mickey Mouse vestito di latex in versione sadomaso.

Se non avevesse trovato la sua strada nell'arte McCarthy si sarebbe iscritto alla setta di Charles Manson, compiendo con lui il massacro di Helter Skelter alla fine degli anni 60. Per nostra fortuna la sua violenza si consuma solo su poveri manichini a volte con la faccia di George Bush, altre con quelle di Angelina Jolie, persino il caro Pinocchio non viene risparmiato. Il sesso è una tematica centralissima in questo scultore a stelle e strisce. 

In "Cultural Gothic" è rappresentato un quadretto familiare composto da padre, figlio ed una capra. L'insieme a grandezza naturale si muove e svela dopo un primo sguardo rassicurante, l'incaprettata del bimbo nei confronti dell'animale. Il tutto con il beneplacito dell'autorità paterna.

In "The Garden" l'artista ha realizzato un angolo di verde, solo rumore di foglie mosse. Basta guardare meglio tra le fronde per scoprire la statua di un uomo adulto che penetra un albero, poco distante c'è il figlio dell'uomo che tenta di penetrare la terra. Un inusuale rito di passaggio di virilità.

Semplice divertissment? Proprio no. L'artista americano, da anni residente a Los Angeles, porta avanti una feroce critica del sistema di valori made in USA fatto di sogni trasformati in bisogni tutti acquistabili, senza alcuna eccezione. Non a caso sesso e cibo sono le tematiche prevalenti in infinite variabili più o meno disturbanti. Pare che McCarthy concordi in pieno con Freud: è nell'antro buio dell'inconscio che bisogna scavare.

Dal dentro al fuori il passo è breve e scaturisce attraverso la fisicità: il corpo fatto letteralmente a pezzi in molti lavori, nei quali mai manca un coté grottesco, quasi da gran guignol, con liquidi e fluidi a profusione da cui sgorgano maionese e salsa di pomodoro.

L'ossessione feticistica per i tabù di McCarthy non è altro che la lente di ingrandimento della psiche di ogni essere umano, pervasa da sesso, fantasie inenarrabili, ossessioni deviate. Una giustificazione per la bassezza umana? No. Un semplice gradino da superare per essere meno simili agli animali che i manichini di McCarthy penetrano meccanicamente. Preparatevi, anche perchè a breve, nel 2011, secondo indiscrezioni, il nostro giungerà con i suoi lavori a Firenze.


Claudio Capanni 
(claudiocapanni@aol.com)
 

1 commento:

  1. Ammetto che McCarthy è molto divertente, ma le sue mi sembrano a volte più provocazioni fini a sé stesse che vere riflessioni sulla società. In molte opere mi sembra scorgere una certa prevedibilità, sicuramente compiaciuta, ma più con l'obiettivo di stupire che di far riflettere.

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