venerdì 18 marzo 2011

PURE EVIL: UNO TSUNAMI DI PURO MALE


Lieve. Questo aggettivo sottolinea la fragilità dell'arte e la sua inconsistenza, la sua impotenza di fronte agli sconvolgimenti della natura. Nella mente risuona il rumore delle fronde dei salici di Quasimodo. Anche noi come Quasimodo e gli ebrei del salmo 137 vorremmo una cetra da appendere. 

Però non siamo poeti, non siamo prigionieri. E allora non resta che continuare, dove il nostro silenzio non desterebbe stupore ne indurrebbe al lutto, dobbiamo necessariamente continuare a ficcare parole sull'arte o su quello che noi consideriamo tale.

L'occasione stavolta proviene da un grande nome della street art mondiale, poco conosciuto nel nostro paese. Uno dei pochi street artist che può permettersi di fare beneficenza ed essere seguito e notato. Stiamo parlando di Pure Evil. Un artista londinese che ha fatto del rovesciamento dei ruoli la sua caratteristica peculiare. 


Un uomo che una volta ha visto un ragazzo iniettarsi eroina direttamente sul pene, un uomo che ha 12 figli sparsi fra Los Angeles e San Francisco, tanti quanti le sue donazioni alla banca del seme






delle due città californiane.


Il suo simbolo è quel coniglio malvagio (sopra) che si aggira per le città di mezza Europa digrignando i denti e ringhiando. Se lo seguiamo attraverso il suo mondo malefico e onirico, come seguiremmo il bianconiglio di Alice, ci obbligherà a scoprire che, ovviamente, il mondo è capovolto. Il sopra può anche essere il sotto. Questo il messaggio di Pure Evil, un personaggio che adora mescolare le carte.

Con la sua ultima opera questo artista ha deciso di aiutare materialmente le vittime dell'apocalisse che si è abbattuta sul Giappone ormai 9 giorni fa. Aiutarle non solo a diffondere l'urlo di dolore di un popolo mai così dignitoso quanto ferito e sanguinante. 

L'aiuto oltre che catartico è nell'intenzione anche reale. Il suo ultimo lavoro "Hokusai Tsunami" (24cm x 33cm) è stato prodotto in serie e viene venduto sul sito internet di Pure Evil. Ogni stampa ha un costo di 100 euro, fino ad esaurimento scorte. I soldi raccolti andranno saranno tutti donati alla Croce Rossa giapponese.

Si tratta di una rielaborazione del celebre tsunami del pittore giapponese Katsushika Hokusai massimo realizzatore di Ukiyo-e. Letteralmente "immagine del mondo fluttuante", l'Ukiyo-e è un genere di stampa artistica giapponese realizzata su blocchi di legno. Nell'originale (qui sotto) Grande Onda di Hokusai, una gigantesca onda tsunami divorava tre barche cariche di uomini che rassegnati al proprio destino, giacciono sdraiati sul fondo delle imbarcazioni. 



Una dinamicità immobile, solenne, un'onda eterna, un monito che è entrato di prepotenza nella storia della pittura mondiale. Sullo sfondo il monte Fuji ha gli stessi colori dell'onda. Due montagne identiche, una di acqua, l'altra di roccia. Entrambe immobilmente paurose. Dall'alto una nuvola assume contorni antropomorfi. L'angoscia risiede nel chiedersi se quella figura sia benigna o maligna, di salvezza o di dannazione.

Pure Evil ha rielaborato il dipinto di Hokusai traducendolo in una scala di grigi. Il blu del Pacifico si trasforma in petrolio nero, la spuma delle onde diviene grigia. La figura in cielo ora divenuta nera dirada ogni dubbio. Si tratta di una presenza maligna e inquietante che introduce e causa la morte delle povere anime sospese sulle barche. 

In basso a sinistra Pure Evil ha inserito il logo della NHK la maggiore compagnia di broadcasting televisivo nipponica. Accanto al logo compare la scritta LIVE. Sta accadendo tutto in diretta. La Grande Onda di Hokusaki rimasta immobile due secoli nel dipinto è uscita dalla cornice, ha mutato il proprio colore in un nero cupo e si è abbattuta senza pietà sul Giappone.

Questa è la nostra ultima chance per capire che quello che è successo è reale. Una xerigrafia, l'ultima possibilità per cercare di provare un pò di empatia per un popolo colpito al cuore, quell'empatia che tutte le dirette televisive non riusciranno mai a trasmetterci. Orietur in tenebris lux tua.

  

Claudio Capanni 
(claudiocapanni@aol.com)
 

Nessun commento:

Posta un commento