domenica 6 febbraio 2011

VORMANN: MATTONI DI LEGO RIPARANO I MURI DELLE CITTÀ


Un altro brillante caso di street art infetta e percorre le strade, le case, i muri delle grandi città europee come quelli del campanilismo all'italiana. Jan Vormann, un artista tedesco di 27 anni è riuscito a cucire i mondi del gioco, le dimensioni infantili del costruire e del sognare con quella solida e maggiormente seriosa della vita reale. In che maniera? Compenetrando e letteralmente incastrando questi due mondi apparentemente inconcepibili, l'uno con l'altro.

New York, Tel Aviv, Barcellona, Berlino, Belgrado ed anche l'italianissimo paesino di Bocchignano sono stati toccati dalla mano del giovane che quì ha sparso il seme di una nuova idea. Il progetto di Jan Vormann, i suoi Dispatchworks, sono nati proprio in Italia qualche anno fa mentre il nostro passeggiava nel borgo medievale di Bocchignano nei pressi di Roma. Qui Vormann è stato ispirato dal principio dell'utile che sorreggeva la costruzione dei muri del borgo. Le pietre utilizzate per i muri infatti erano tutte di natura irregolare ed ognuna era diversa dall'altra. Necessità, non design.

Questo gli permise di notare come ai costruttori delle antiche mura non importava la forma, il colore o la composizione dei mattoni, bastava infatti che questi riempissero i buchi e assicurassero la stabilità del muro. Questo semplice principio è stato unito al mondo ludico della costruzione infantile, i mattoncini Lego. Riempire con mattoncini Lego le crepe, i fori, i vuoti presenti nei muri di
alcuni dei più significativi conglomerati urbani del globo. Questo l'obiettivo.

Inutile dire che il risultato finale è qualcosa di incredibile. I fori delle pallottole della Seconda Guerra Mondiale sui muri di Berlino, le cicatrici di una delle esplosioni di violenza maggiori della storia dell'uomo, sono state riparate con tanti coloratissimi mattoncini Lego, ognuno di un colore diverso. L'intonaco decadente dei grigi muri del Bronx, le esotiche mura soffiate dal vento di Tel Aviv, le duecentesche pietre di Bocchignano, tutto è stato cosparso di una vena di colore nuova, surreale, moderna ed ironica.

Vivaci pixel rettangolari, spigolosi si innestano sulle pietre ed i mattoni di tutto il mondo. Un linguaggio basato sul protocollo comune di un infanzia vissuta e lontana ma ancora viva e degna di riemergere dalle viscere del cemento e del bitume ferroso delle città. Niente di più semplice e lineare. Come un istante di illuminazione, come un fiore cresciuto sul freddo acciaio di una rotaia. Come un sorriso, quello che si dipingeva sul nostro volto di bambini quando, frugando in fondo alla scatola, trovavamo il pezzo mancante per la nostra costruzione di Lego. Questo sorriso adesso rivive ancora, strappatoci da Vormann, alla vista di una delle sue creazioni.


Claudio Capanni 
(claudiocapanni@aol.com)
 

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