"Ho visto un lupo mannaro sorseggiare una pina colada al Trader Vic's, i suoi capelli erano perfetti" così cantava Warren Zevon nel lontano 1978. Cosa c'entra questo con l'intervento di oggi? Quasi niente. Anzi forse un pò c'entra. C'entra con la quantità di immaginazione e fantasia che alcuni artisti impiegano nella creazione dei loro lavori. Oggi Next vi parla nuovamente di street art, in una delle sue forme più schiette e genuine. Solo fantasia, nulla di più. Proprio nei pressi dello storico Trader Vic's di Londra l'artista visiva di cui parleremo oggi ha realizzato il primo di una serie di molti lavori.
Questa persona a parte lo smisurato bagaglio di fantasia ed il Trader Vic's non ha nient'altro in comune con Warren Zevon. Senza dubbio però questa artista è l'unica che sarebbe capace di dare vita alla visione del cantante statunitense. Il suo nome è Sandrine Estrade Boulet ed è una artista francese di 41 anni capace di catturare e
Non si tratta di vera e propria street art ma di un suo interessante superamento. Sandrine è solita aggirarsi per le più grandi metropoli del mondo munita di macchina fotografica. Appena sotto i suoi occhi si posa uno scenario giudicato interessante arriva lo scatto. L'immagine digitale poi viene ridipinta dall'artista sul proprio computer. Di colpo un marciapiede, una siepe, un tetro palazzo signorile si trasformano in creature animate.
E così ragazze pon pon nascono da due sottili ciuffetti d'erba, un'asse da stiro abbandonata si trasforma in una farfalla gigante, un ombrello rotto diviene in un attimo la gonna di una ragazza alzata dal vento. Così procede in un crescendo psichedelico giungendo all'ultimo gradino di questo colorato climax ascendente: un albero pubico che cinge il sesso di una ragazza nuda alta come un palazzo. Qui trovate alcuni dei suoi lavori.
Restando in tema di citazioni musicali possiamo affermate che i lavori di un'artista del genere vanno senz'altro goduti con un sottofondo musicale adeguato. Consigliamo Lucy In The Sky With Diamonds dei Beatles, si tratta infatti di un vero e proprio trip immaginario fra creature surreali e innesti fantasiosi che solo un inno all'acido lisergico, l'LSD, può permettere di apprezzare pienamente. Come la Lucy dei Beatles Sandrine sembra aggirarsi fra palazzi, cemento, pistoni, sguardi bassi e gambe frettolose, camminando mezzo metro sopra al livello del suolo, con la testa rivolta all'insù in cerca di mostri rosa e palazzi parlanti.
Una volta scesa dai suoi cieli di marmellata e dai suoi diamanti Sandrine ci riesce a trascinare ancora una voltà nell'onirico dell'infanzia regalandoci cinque minuti di estrema tenerezza e assuefazione. Così strizzando un occhio a Duchamps e l'altro ai dadaisti questa artista dipinge il suo mondo dando alla fantasia l'impressione di essere ancora una volta e per sempre, l'unica padrona del reale. Che poi reale non è.
Claudio Capanni
(claudiocapanni@aol.com)
Claudio Capanni
(claudiocapanni@aol.com)
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