domenica 27 febbraio 2011

GALA ON NEXT: L'ARTE È UNA NUOVA INTERPRETAZIONE DI CIÒ CHE È SEMPRE ESISTITO


Il problema è sempre lo stesso, e ormai da troppi anni.

I più sostengono che nell’arte non si possa più inventare nulla, senza pensare a cosa significhi effettivamente l’invenzione.

Nell’accezione comune il verbo deriva dal latino (“inventus”, participio passato di “inveire” ossia trovare, scoprire cercando) ed è perciò inteso come un processo euristico, tuttavia nessuno si domanda mai cosa si debba ricercare, e quindi scoprire, quale sia l’oggetto da scovare.

La caccia al tesoro forse non ha come premio la novità, ma piuttosto la rielaborazione della realtà.

La realtà è sempre la stessa, i problemi esistenziali, umani, sentimentali sono gli stessi da sempre, e così anche il corpo dell’uomo, quello con qui ognuno di noi deve confrontarsi ed a cui deve adattarsi per esser parte del mondo.

E’ per questo motivo che ho amato dal primo istante due artisti che hanno saputo con intelligenza ripensare la rappresentazione del corpo umano inteso come un corpo perfetto, dalle forme rinascimentali, proporzionate dimensionalmente, inarrivabili.

David Bagbie, artista scozzese, classe ’55, realizza sculture in maglia di acciaio o bronzo, le lavora completamente a mano, senza l’ausilio di stampi, e il risultato viene spesso illuminato e proietta sulla superficie corpi disegnati con maestria, che sembrano acqueforti, ma che sono semplici ombre, e spariscono spegnendo la luce, con un clic.

Lo stesso Bagbie ammette che il corpo umano è per lui anche una “celebrazione del’esistenza fisica, della sua vulnerabilità ed intimità".

L’altro artista è invece Baptiste Demombourg che graffa tele gigantesche e attraverso 75.000 graffettate realizza corpi aggrappati alla superficie.

Gala Rotelli

sabato 12 febbraio 2011

VIDEOGAMES UMANI: GUILLUAME REYMOND


Magnetico. Semplicemente magnetico. Quello che Next vi propone oggi sono i lavori dell'artista franco-svizzero Guillaume Reymond. Un pazzo, un visionario che è riuscito a rendere omaggio alla preistoria dei giochi digitali in un modo totalmente innovativo. 

Come? semplicemente recitandoli, nel vero senso della parola. Chi di noi non ha mai giocato a Pacman, a Tetris, a Space Invaders? Bene, Reymond è riuscito a realizzare delle performance di massa, dove le sue doti di coreografo sprigionano tutta la loro creatività.

Gli attori di Reymond sono dei veri pixel umani, ed incarnano proprio il ruolo degli elementi puntiformi che compongono le immagini digitali. I suoi lavori sono tutti realizzati in stop motion, montando una serie di immagini fisse, per la realizzazione delle quali sono necessarie ore ed ore di lavoro. La platea di un teatro ripresa dall’alto diventa il set di queste stravaganti creazioni.

Reymond fa muovere i suoi figuranti da un sedile all’altro in modo da ricreare con estrema precisione le schermate dei sempreverdi del gioco digitale. Nel 2007 con uno dei suoi lavori, The Original Human Tetris, è riuscito ad accaparrarsi

martedì 8 febbraio 2011

LSD E VOGLIA D'INFANZIA: SANDRINE ESTRADE BOULET


"Ho visto un lupo mannaro sorseggiare una pina colada al Trader Vic's, i suoi capelli erano perfetti" così cantava Warren Zevon nel lontano 1978. Cosa c'entra questo con l'intervento di oggi? Quasi niente. Anzi forse un pò c'entra. C'entra con la quantità di immaginazione e fantasia che alcuni artisti impiegano nella creazione dei loro lavori. Oggi Next vi parla nuovamente di street art, in una delle sue forme più schiette e genuine. Solo fantasia, nulla di più. Proprio nei pressi dello storico Trader Vic's di Londra l'artista visiva di cui parleremo oggi ha realizzato il primo di una serie di molti lavori.

Questa persona a parte lo smisurato bagaglio di fantasia ed il Trader Vic's non ha nient'altro in comune con Warren Zevon. Senza dubbio però questa artista è l'unica che sarebbe capace di dare vita alla visione del cantante statunitense. Il suo nome è Sandrine Estrade Boulet ed è una artista francese di 41 anni capace di catturare e

domenica 6 febbraio 2011

VORMANN: MATTONI DI LEGO RIPARANO I MURI DELLE CITTÀ


Un altro brillante caso di street art infetta e percorre le strade, le case, i muri delle grandi città europee come quelli del campanilismo all'italiana. Jan Vormann, un artista tedesco di 27 anni è riuscito a cucire i mondi del gioco, le dimensioni infantili del costruire e del sognare con quella solida e maggiormente seriosa della vita reale. In che maniera? Compenetrando e letteralmente incastrando questi due mondi apparentemente inconcepibili, l'uno con l'altro.

New York, Tel Aviv, Barcellona, Berlino, Belgrado ed anche l'italianissimo paesino di Bocchignano sono stati toccati dalla mano del giovane che quì ha sparso il seme di una nuova idea. Il progetto di Jan Vormann, i suoi Dispatchworks, sono nati proprio in Italia qualche anno fa mentre il nostro passeggiava nel borgo medievale di Bocchignano nei pressi di Roma. Qui Vormann è stato ispirato dal principio dell'utile che sorreggeva la costruzione dei muri del borgo. Le pietre utilizzate per i muri infatti erano tutte di natura irregolare ed ognuna era diversa dall'altra. Necessità, non design.

Questo gli permise di notare come ai costruttori delle antiche mura non importava la forma, il colore o la composizione dei mattoni, bastava infatti che questi riempissero i buchi e assicurassero la stabilità del muro. Questo semplice principio è stato unito al mondo ludico della costruzione infantile, i mattoncini Lego. Riempire con mattoncini Lego le crepe, i fori, i vuoti presenti nei muri di