mercoledì 29 dicembre 2010

PINAR YOLACAN: ABITI DI CARNE, MUSCOLI E BUDELLA


Viscere, placenta, budella, intestini di animali. L'aritsta turca Pinar Yolacan li ha aperti, tagliati, puliti e cuciti con velluti e sete cangianti trasformandoli in abiti sontuosi e barocchi, ispirati allo stile coloniale portoghese. Poi li ha fatti indossare alle donne dell'isola di Itaparica in Brasile e le ha messe davanti all'obiettivo.

Modelle statuarie e bellissime, dolorose rappresentazioni viventi della nuda vita dei migranti, della nuova schiavitù, carne da macello dispersa nei mari di mezzo mondo. Perchè? Semplicemente per parlare di uno dei più grossi tabù del XXI secolo: la vecchiaia. Stiamo parlando di "Maria", l'ultima opera realizzata da questa mente anatolica, vedere per credere.

Pinar Yolacan è un' artista turca di nemmeno 30 anni della

giovedì 23 dicembre 2010

QUANDO L'ARTE DIVENTA CRIMINALE: INTERVISTA A CREW FUZZ


Quella dei writers metropolitani è una lotta contro il bianco che abbaglia. Strati di vernice spray si posano silenziosi e notturni, sopra al manto cementizio degli involucri metropolitani, sparati contro i ruvidi e freddi mattoni di un muro di periferia. Il mattino seguente quel muro non sarà più lo stesso. Una forma d'arte che non viene fatta su commissione, che non accetta compromessi, parassitaria, che nasce, vive e si nutre di quel panorama artificiale che l'uomo ha costruito, parlandogli con un linguaggio a noi sconosciuto.

Un gesto che proprio dal suo compiersi trae parte del suo significato, un gesto che deve essere al di fuori della legge, dipingere con volto nuovo la proprietà privata, quella pubblica, non importa, basta che si tratti di una tela di mattoni o calcestruzzo su cui

martedì 21 dicembre 2010

BORN TO BE NEXT



Nasciamo sul finire di questo decennio, un decennio che il Time ha definito The decade from Hell. Gli anni 00, scivolosi e rotondi come la mezzanotte, sono finiti. 

Nasciamo e proviamo ad aprire a modo nostro la decade a venire, ben consapevoli che queste divisioni numeriche abbiano poco a che fare con l'idea stessa di tempo e di prospettiva che la gente oggi percepisce. Il nostro sentire come il nostro toccare la superficie delle cose è ben diversa da quella che generazioni precedenti possedevano.

L'oggi è il regno della fusione, delle sensazioni ibride. Sensazioni che si accendono al volo se ci si mette a percorrere a piedi la High Line, a New York, da quando