martedì 21 dicembre 2010

BORN TO BE NEXT



Nasciamo sul finire di questo decennio, un decennio che il Time ha definito The decade from Hell. Gli anni 00, scivolosi e rotondi come la mezzanotte, sono finiti. 

Nasciamo e proviamo ad aprire a modo nostro la decade a venire, ben consapevoli che queste divisioni numeriche abbiano poco a che fare con l'idea stessa di tempo e di prospettiva che la gente oggi percepisce. Il nostro sentire come il nostro toccare la superficie delle cose è ben diversa da quella che generazioni precedenti possedevano.

L'oggi è il regno della fusione, delle sensazioni ibride. Sensazioni che si accendono al volo se ci si mette a percorrere a piedi la High Line, a New York, da quando è stata riaperta due anni fa, in fondo al Meatpacking di Manhattan. Una promenade verde, dove è possibile prendere il sole, osservare, respirare e passeggiare su una vecchia linea sopraelevata del metrò che Diller Scofidio + Renfro hanno trasformato in una sorta di ponte tra il vecchio e il nuovo mondo.




I binari sono stati lasciati così com'erano, arruginiti. Le erbacce che erano cresciute nei 20 anni di abbandono sono state lasciate libere di espandersi e di fiorire, diventando un giardino spontaneo che copre la ruggine con colori delicati e meravigliosamente naturali. Una sopraelevata ferroviaria, emblema dinamico di marcia insostante è oggi trasformata in uno slow movement capace di rapire e paralizzare con un manto di ruggine ed erbacce in fiore.

NEXT e la nostra generazione nascono dall'incontro di quella ruggine e di quelle erbacce, noi siamo quella vecchia sopraelevata ed il nuovo che vi passeggia. Siamo sospesi fra una massa di vita e luci, una città che sfreccia al di sotto delle antiche arcate industriali che ci sorreggono, e il cielo, le idee, lo skyline newyorkese.

Questo spazio nasce con l'intenzione di farvi sporgere dal nostro parapetto per guardare giù. Per sentire e vedere al di sotto di noi il formicaio della vita con le sue sfaccettature, le sue ombre, il suo underground, la sua arte e le sue forme di espressione. Cercheremo di farvi sollevare lo sguardo saldamente posati su di un ibrido manto d'erba e ruggine per creare, riflettere, per inalare ossigeno respirando parole.

Ma sopratutto percorreremo con voi quei verdi binari panoramici che serpeggiano verso l'orizzonte di Manhattan con lo scopo di spiegare perchè oggi la High Line non è nè un parco, nè una sopraelevata, ma siamo noi, la nostra generazione, qualcosa di nuovo ed ibrido, ancora senza un nome ma non per questo non degno di essere raccontato.


Claudio Capanni 
(claudiocapanni@aol.com)
 

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